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28/11/2001 Stampa e TV, non ne vogliamo più.

Gli eventi li raccontano come vogliono loro. Le informazioni sono SEMPRE di parte. Utilizzano i giornali dove scrivono per pubblicizzare parenti ed amici.
Fanno marchette. Sono ben pagati. Utilizzano l’arma del tesserino per entrare gratis ovunque. Utilizzano l’albo per rimanere una lobby intoccabile.
Ucciderebbero il padre pur di andare in prima, se sono da seconda, o in seconda, se sono da terza.
Qualcuno si ricorda la mole di informazioni che seguì la storia della mucca pazza? Per un mese non si parlò d’altro per due casi, di cui uno subito smentito, di Bse ai danni di mucche locali. Fu costretto ad intervenire per placare la fobia popolare l’allora Ministro della sanità Veronesi. L’unione europea fu costretta a bandire bistecche e bistecchine. I giornalisti continuavano ad andare a Firenze a chiedere quanto dispiacesse ai fiorentini la messa al bando della loro famosa bisteccona. Le vendite di carne rossa subirono un crollo clamoroso. Per due casi di Bse, anzi uno.
E poi? Poi niente, perché non si videro più quelle squallide fattorie in brianza, non si videro più gli ignoranti allevatori fare scipoeri mangiando carne cruda. Quindi tutto finì. La gente piano piano tornò ad acquistare carne rossa, l’Unione europea riprese in esame la situazione della fiorentina, non una trasmissione riprese l’argomento, quindi io pensai che nessun altro caso di Bse era stato acclarato dalle Asl.
Mi sbagliavo.
Oggi sfogliavo “Repubblica.it” ed a destra, in un trafiletto riservato alle news che non meritano molto approfondimento leggo: “Mucca pazza: Ministero, accertati 41 casi. “ E poi proseguiva:” Sono 41 i casi accertati in Italia di Bse, la malattia della mucca pazza. Lo ha reso noto il ministero della salute. Gli ultimi due casi verificati riguardano un bovino femmina di razza pezzata nera, di sette anni, proveniente da un allevamento della provincia di Pescara, e un bovino femmina di razza pezzata rossa, di cinque anni, proveniente da un allevamento della provincia di Vicenza.
La conferma è venuta dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Torino, che ha verificato i test anti-prione non negativi dei due bovini.”
Gli ultimi due casi????
Ma fino ad ora dove siete stati? Perché all’inizio quella bella dottoressa di Torino era tutti i giorni in TV, da Santoro e al telegiornale, ed ora, dopo 41 casi scrivete solo un trafiletto?
41 casi sono moltissimi, soprattutto in relazione all’unico caso accertato all’inizio, ma loro non hanno ritenuto opportuno riaprire le cronache. Tanto ora c’è la guerra. Spremono la mucca grassa. Quella pazza l'hanno spremuta già

P.S. mi scuso con tutti quei giornalisti che non si sentono parte di quella marmaglia di buffoni che scrive sui nostri giornali e che utilizza la penna per scopi personali.