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02/01/2002
Forza predoni, forza!

Due sono le notizie del giorno. La prima è che il sottosegretario Sgarbi sta a Kabul a fare una vacanza, la seconda è che sempre a Kabul (a sentire la stampa) le donne del burka si sono messe a comprare gioielli, che la città è piena di auto nuove e che i mercati sono gonfi di generi alimentari.
Ma andiamo con ordine. Che cazzo ci fa Sgarbi a kabul? Purtroppo non ci resta. Niente, sta sondando il terreno, sta guardando le opere d'arte distrutte dai talebani (i due buddha), sta facendo un pò di pubbliche relazioni, si sta facendo riprendere da fotografi e teleoperatori mentre passeggia con indosso la kefiah. Repubblica.it riferisce che il povero Sgarbi, "impetuoso come sempre, voleva arrivare fin laggiù (250 chilometri di strada infame con un valico a quasi 4 mila metri e l'insidia dei predoni tra le montagne) in jeep. Tutti i suoi consiglieri pregavano il cielo che il governo afgano facesse qualcosa, che mettesse a loro disposizione un elicottero." Pregano il cielo per un elicottero. Ed io prego il cielo per i predoni. Ma ti rendi conto? 250 km di strada infame. Ma chi l'ha pagato questo articolo? Chi ha scritto queste cose? Vogliamo vedere quanto guadagna Sgarbi? Vogliamo contare le sue presenze in aula? Qualcuno mi sa dire perchè Sgarbi è il 5° in classifica come presenze televisive tra RAI e Mediaset? Che rapporti ha con la stampa?
Sempre Repubblica.it scrive "la città è prigioniera di un gigantesco ingorgo, rumori e marmitte che scaricano veleno, fiammanti utilitarie giapponesi o coreane che sfrecciano di qua e di là stracariche di uomini e di materassi, di stufe, di pentole, di sapone, di lampadari e di tappeti. I mercati sono pieni di odori e di colori, c'è cibo in abbondanza. Perfino le gioiellerie vicino all'hotel Spizar sono prese d'assalto. Le donne in burqa comprano tutto. Anelli. Bracciali. Collane." Scusate un minuto. Mettiamo ordine nella nostra mente. Ma Kabul non era quella maleodorante città, dove non c'era nulla, che veniva da 20 anni di guerre, dilaniata dalla siccità dove per una questione culturale (e non politica) le donne erano trattate come schiave e non girava un euro nemmeno a pagarlo oro? No. Ora la stampa italiana vuole farci credere che Kabul sia la nuova Las Vegas, che le donne vadano in giro a fare shopping e che gli uomini si divertano a fare corse da dolcevita nelle polverose strade della città. Il mio appello: non comprare + giornali. Questi schifosi ladri devono smetterla di venderci quello che vogliono come verità, devono smetterla di speculare grazie alla loro posizione, devono smetterla di prenderci per il culo. Ci andassero loro a fare shopping a Kabul, si portassero dietro il loro amico Sgarbi, e che i predoni se li portino via tutti.