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26/07/2006 Il paese con la "i" minuscola.
Questo è il paese dove chi delinque è raro che paghi. Ormai lo sappiamo tutti, è uno dei mali maggiori della nostra povera italia. La sentenza d'appello sulla cosiddetta "calciopoli" ha portato ad una riduzione delle condanne , che alla fin dei conti risultano a dir poco ridicole. E lo sembrano ancor di più se si pensa ai fiumi di parole in cui si sono spesi un pò tutti, dalle forze politiche ai giornalisti, dai tifosi anche più accaniti agli addetti ai lavori, salvo poi cambiare idea in corsa, far rientrare atteggiamenti inizialmente scandalizzati e magistralmente ammorbidirli fino a farli trasformare in pallide condanne per alcuni, con sfumature garantiste per altri. Allora c'è chi ha cominciato a dire che non tutti si sono comportati allo stesso modo, che non si può mettere sullo stesso piano questo con quell'altro. Il colpo di genio era stato pensato con la condanna di primo grado, in cui il vecchietto di Ruperto la combinava grossa, mettendo di fatto nella stessa serie tre squadre e salvandone già una, la più potente di tutte (il Milan del Berlusconi). Con quell'abile mossa si è data alle difese più di un'arma per aprirsi brecce enormi: si è condannata la lanzie per una sola partita, per poi ammettere la deposizione dell'arbitro Tombolini durante il processo d'appello (senza considerare il fatto che l'arbitro fosse parte in causa e quindi non avrebbe avuto un solo motivo per testimoniare in modo sincero). Ma gli errori pacchiani non finivano qui: Ruperto e soci infatti condannavano il Milan ad una penalità per il campionato prossimo, ma sbagliavano il conto della penalità del campionato scorso, permettendo così ad una squadra di fatto condannata di partecipare ad una coppa europea (la UEFA). Si preparava il campo alla prima sconfitta della carriera del procuratore Palazzi. E poi ci sono le reazioni dei giornali (specialmente quelli sportivi, ma non solo), che subito dopo la sentenza di primo grado hanno gridato alla "stangatona" (Gazzetta dello Sport), senza mai rilevare che per illeciti tanto gravi la giusta pena sarebbe stata quella di condannare come minimo alla serie C1 la Rubbentus ed alla B con diversi gradi di penalizzazione in punti tutte le altre. Poi a pochi giorni dalla sentenza di secondo grado cominciavano ad arrivare i "rumors" circa il ribaltone che sta per diventare realtà: i giornali cominciavano a parlare di spiragli difensivi, i vati della TV iniziavano a fare distinguo sulle varie posizioni, il Berlusconi si diceva scandalizzato e che lui sarebbe ricorso al TAR, così come tutte le altre società. Di fronte a ciò che appare ormai impossibile, che i campionati possano iniziare il 27 agosto (con condanne pesanti i club sarebbero arrivati al TAR), l'inciucio si manifesta con le dichiarazioni del commissario della FIGC Guido Rossi che tra l'ilarità generale dichiara che i campionati inizieranno regolarmente: una dichiarazione che fa tanto pensare che il commissario abbia barattato a tavolino con le società più potenti e con i personaggi implicati più influenti (leggi Carraro, Galliani e Della Valle), una sentenza leggera con la rinuncia da parte delle società al ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. Se così è stato, mi permetto di avvisare il nostro Rossi che sta per prendersela sonoramente nel culo, perché coi criminali non si scende mai a patti, e perché (vedrà) i criminali se ne fregano dei patti e ricorreranno al TAR in ogni caso, per cercare di annullare anche queste ridicole condanne, perché i criminali non si accontentano mai e vogliono sempre tutto, soprattutto in questa piccola italia, dove tutto è possibile e dove nessuno conosce la vergogna. In un paese dove si sta per approvare una legge puzzolente, che permetterà sì alle carceri di svuotarsi, ma anche ai colletti bianchi di averla fatta franca. Che renderà tutti i più grandi scandali degli ultimi anni, quelli per i quali si sono spesi fiumi di parole e per i quali i cittadini si sono fatti venire il sangue amaro, di svanire come alcool all'aria. L'indulto riporterà in parlamento Cesare Previti, farà scomparire tutto il lavoro di anni contro personaggi responsabili di casi abnormi come Parmalat (Tanzi), Cirio (Cragnotti), UNIPOL (Fazio, Consorte e soci), RAI e Casinò di Campione d'Italia (il principe dei miei coglioni, Sottile e altri), il laziogate (Storace ed altri), calciopoli (Moggi, Giraudo, Geronzi & co), i furbetti del quartierino (Ricucci, Coppola e altri) e potremmo andare avanti per ore. Tutto è possibile in un paese dove tutto passa di nascosto, dove maggioranza e minoranza prima che ai beni pubblici pensano agli affari propri ed a liberare i propri alfieri, si tratti di mafiosi, palazzinari o banchieri. In un paese dove di più di 60 tra poliziotti e carabinieri sotto processo dopo le torture di Genova 2001 non ce n'è uno che pagherà qualcosa. In un paese che fa davvero pena e di cui ci si vergogna sempre un pò di più. Un italia con la "i" minuscola di cui vanno fieri solo i ciechi, gli imbroglioni e gli ignoranti, un'italia in cui arriva sempre un forte vento di scirocco a cancellare tutto.
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