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02/02/2006
La Curva SUD è rimorta. Domenica scorsa.

L’anno scorso, dopo Roma – Livorno del 20 febbraio 2005, avevo scritto un pezzo, si chiamava “La Curva SUD è morta. Ieri.”. Purtroppo ad un anno di distanza mi trovo a dover dire le stesse cose, ma purtroppo con la consapevolezza che la situazione si è addirittura aggravata da molti punti di vista. Domenica scorsa infatti (il 29 gennaio), è stato toccato di nuovo il fondo: un manipolo di fascisti si è impossessato della curva ed ha dato il meglio di sé con varie azioni, che elencherò qui di seguito e, come abbonato in SUD da 17 anni e frequentatore della stessa da 22, commenterò:

- Hanno intonato innumerevoli volte il coro “duce, duce”: la verità è che il coro veniva cantato a più riprese in ogni momento della partita e del pre partita, per esempio appena finiva un coro normale. Veniva intonato per lo più da piccoli gruppi, ma la loro diffusione capillare mi ha davvero sorpreso.

- Hanno esposto bandiere di varia natura, croci celtiche, bandiere col volto di Mussolina stampate per l’anniversario della marcia su Roma, bandiere con la svastica, una bandiera della decima mas, una per la liberazione dell’Istria, vari tricolori con al centro un’aquila (pensa che laziali di merda!): anche qui la cosa curiosa è stata che io personalmente ho notato che la maggior parte delle persone che ho visto con queste bandiere erano ragazzi piuttosto giovani, alcuni sicuramente minorenni, ma non solo. Un gruppetto di tre addirittura (non più di 50 anni in tutto), è arrivato allo stadio e tutti erano vestiti alla Gianburrasca, poi hanno tirato fuori dallo zainetto le bandiere, le felpe nere e le sciarpe per coprirsi il volto. A quel punto hanno sbandierato per tutta la partita una bandiera nera col volto di Mussolina. Una cosa poi non la capirò mai: il perché i fascisti, che hanno da sempre il mito del superuomo, si siano invaghiti di Mussolina, un ometto piccolo, grassottello, calvo, brutto, con manie di inferiorità, un uomo soggiogato da Hitler in tutti i modi, politicamente poco capace, un uomo che si vestiva da gran generale quando non era nemmeno caporale, che ha perso una guerra, ha perso il potere, ha perso la vita contro l’esercito che aveva combattuto per anni…mistero. Ha un’immagine molto più vincente Mastella.

- Hanno esposto il vergognoso striscione “Lazio-Livorno, stesse iniziali, stesso forno”. Sotto ne campeggiava un altro più piccolo con scritto “Got mit uns”. Anche qui un paio di considerazioni. La prima è sul primo striscione, quello dei forni: chiunque viene allo stadio sa che gli striscioni allo stadio, soprattutto da un po’ di tempo, vengono srotolati all’ingresso e controllati, quindi qui le cose sono tre: 1) Lo striscione è entrato senza che la polizia se ne accorgesse, che è grave ma sarebbe l’ennesimo caso di imperizia delle forze del disordine. 2) Lo striscione è stato controllato ed è stato reputato idoneo per ignoranza o noncuranza. 3) Lo striscione è stato controllato ed è stato fatto entrare volutamente, cioè con la connivenza della polizia. Sinceramente ciascuna di queste tre ipotesi, le UNICHE possibili, sono penose e preoccupanti. La seconda considerazione è invece per lo striscione piccolo: abbiamo scoperto grazie a questa bella esperienza cosa significhi (“dio è con noi”, la frase che utilizzavano le SS) e anche come si scrive (“Gott” si scrive con due “t”). La cosa farebbe pensare a dei ragazzini ignoranti, ma io sinceramente non ne sono affatto convinto.

Le considerazioni generali sono che la situazione non poteva che essere questa in una partita contro il Livorno, in una Curva che non è più di nessuno e dove i gruppi politici di estrema destra stanno facendo proselitismo fra gente a bassa scolarizzazione.
Solo una nota di speranza in questa triste faccenda: ieri sera prima della partita contro la Rubbentus (a proposito, un bel “piatevela ‘nder culo” a Capello, Moggi, Girauddo, Bettaga, Nedved ed Ibrahimovic), nel settore dei Fedayn è apparso il migliore striscione degli ultimi anni ed una vera risposta a quanto accaduto domenica: “Nel Cervello solo la Roma. Fedayn”. Grandi. Poi anche un altro striscione è apparso nel settore occupato dagli Ultras Romani: “Io che porto nel cuore soltanto l’amore per questi colori…Ultras Romani”. Uno striscione teso a confermare le parole che volavano nei giorni post-livorno nell’etere romano pronunciate da uno dei leader del gruppo, secondo cui gli Ultras Romani sarrebero estranei a certe logiche, sarebbero sì di destra ma non arriverebbero mai a certi eccessi e che con quanto accaduto domenica loro non c’entrerebbero niente. Peccato che domenica scorsa mentre uscivo dallo stadio, passando sotto il settore degli Ultras Romani (che si trovano proprio sopra le scale), li ho visti e sentiti festosamente cantare “Mi diverto solo se, solo se faccio il teppista, livornese comunista, tu sei il primo della lista”. Insomma, forse il giallo ed il rosso non sono proprio gli unici colori per i quali gli Ultras Romani provano amore. Di nuovo condoglianze a tutti gli Ultrà veri, a tutti gli amanti del calcio, a tutte le persone civili ed a quelle intelligenti. Un complimenti invece ai prezzolati, ai venditori di sciarpe sotto le curve, agli organizzatori di trasferte ed a chi si beccherà una bella denuncia per aver (forse) esposto una bandiera di Mussolina: complimenti, sei proprio un coglione.